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Visualizzazione dei post da ottobre, 2016

La Figlia di Jorio è una fervida rappresentazione delle passioni e superstizioni barbariche d'Abruzzo

La <<Figlia di Jorio>> è <<una fervida rappresentazione delle passioni e superstizioni barbariche d'Abruzzo>> Mila di Codro, La figlia di Jorio Uno degli aspetti nuovi del teatro italiano del Novecento è, l'abbandono dell'imitazione francese per un ritorno a fonti e a ispirazioni nostrane. Un contributo indubbiamente notevole al rinnovamento del teatro italiano fu dato dal D'Annunzio, il quale nei primi drammi in prosa (La città morta, La Gioconda, La Gloria), scritti negli ultimi anni dell'Ottocento, si richiamava alla tragedia dell'antica Grecia; tuttavia l'abuso della parola, la sonorità verbale e l'ostentato componimento oratorio dimostrano che si trattava di una innovazione soltanto formale. Maggior successo e più ampio consenso di critica riportò invece la Francesca da Rimini (1902), una tragedia in cinque atti, in cui il D'Annunzio abbandona la prosa troppo sonora e usa il verso. <<Poema di sangue e di

Ispirazione panica e sensuale nelle migliori liriche di Alcyone

  Ispirazione panica e sensuale nelle migliori liriche di <<Alcyone>> La pioggia nel pineto La sera fiesolana La produzione lirica del D'Annunzio è quasi tutta nella raccolta intitolata "Laudi del cielo del mare della terra degli eroi". Nel primo volume (Laus vitae) troviamo l'esaltazione del mondo mitico dell'Ellade; nel secondo (Elettra) la celebrazione dei grandi eroi della patria; nel quarto (Merope: Le canzoni delle gesta d'Oltremare) l'esaltazione dell'impresa biblica; ma è nel terzo libro (Alcyone) dove il poeta, dà l'esatta misura delle caratterisiche e dei limiti della sua poesia. Qui il poeta abbandona il decadentismo come malattia e perversione e sviluppa la nuova poetica decadente come ricerca della musica, l'unico fine è quello del cantare per cantare. Abbandonato l'estetismo e il superomismo con tutte le intrusioni psicologiche che ne derivano, il poeta ritorna alla natura, riversando su di lei

Estetismo e superomismo sono i due aspetti caratteristici della personalità e dell'opera di Gabriele D'Annunzio

Estetismo e superomismo sono i due aspetti caratteristici della personalità e dell'opera di Gabriele d'Annunzio A parte le diverse valutazioni che della personalità e dell'opera di Gabriele d'Annunzio vengono date, resta indubbio che lo scrittore di Pescara, ebbe la coscienza polemica del decadentismo e proprio con lui <<la figura del poeta decadente si accampa risoluta fra noi, in un modo che si potrebbe dire programmatico, e la sua presenza si fa così esclusiva che decadentismo e dannunzianesimo diventano una cosa sola, in lui e nei suoi seguaci>>. La prontezza con cui il poeta seppe cogliere le più ardite esperienze intellettuali dell'epoca gli permise di raggiungere una fortuna clamorosa, conquistando rapidamente con l'opera sua una fama europea, spezzando gli angusti limiti entro cui era racchiusa la nostra letteratura e ampliandone la tematica. Temperamento inquieto avido di sensazioni e di esperienze nuove, incapace di intendere la