La Figlia di Jorio è una fervida rappresentazione delle passioni e superstizioni barbariche d'Abruzzo
La <<Figlia di Jorio>> è <<una fervida rappresentazione delle passioni e superstizioni barbariche d'Abruzzo>> Mila di Codro, La figlia di Jorio Uno degli aspetti nuovi del teatro italiano del Novecento è, l'abbandono dell'imitazione francese per un ritorno a fonti e a ispirazioni nostrane. Un contributo indubbiamente notevole al rinnovamento del teatro italiano fu dato dal D'Annunzio, il quale nei primi drammi in prosa (La città morta, La Gioconda, La Gloria), scritti negli ultimi anni dell'Ottocento, si richiamava alla tragedia dell'antica Grecia; tuttavia l'abuso della parola, la sonorità verbale e l'ostentato componimento oratorio dimostrano che si trattava di una innovazione soltanto formale. Maggior successo e più ampio consenso di critica riportò invece la Francesca da Rimini (1902), una tragedia in cinque atti, in cui il D'Annunzio abbandona la prosa troppo sonora e usa il verso. <<Poema di sangue e di