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Visualizzazione dei post da 2017

I miti greci. Presentazione

I miti greci Presentazione Robert Graves  Il mito è bisogno di spiegare la realtà, di superare e risolvere una contraddizione della natura, il mito è spiegazione di un rito, di un atto formale che corrisponde a esigenze della tribù, il mito è struttura delle credenze di gruppo, di un etnos, ma il mito è innanzi tutto un racconto, c'è una storia da presentare ce ha lati terribili, ma anche spesso risvolti patetici o sorridenti, ci sono dei personaggi in azione, una trama che si snoda.  Il corpus delle leggende degli antichi Greci, è stato riproposto più volte anche per questo motivo, nell'ultimo trentennio in sistemazioni rigorose di sapiente architettura, di utile consultazione. Robert Graves, non si limita alla nuda e cruda elencazione dei fatti, ma colma l'ordito con una serie di considerazioni che illuminano dal di dentro protagonisti e comparse, che intendono dare spessore morale e psicologico agli avvenimenti. Graves cuce le vicende, senza spingersi

Forma e contenuto

Assurda è la pretesa dell'individuo di fissarsi in una <<forma>>, perché lo spirito umano, muta da uomo a uomo, da un momento all'altro si sdoppia. Da qui la ribellione, l'urto con il mondo e la società, che vorrebbero costringerci a stare al gioco, mentre noi ci sentiamo spinti alla libertà, a vivere secondo il nostro <<contenuto>> e non secondo la <<forma>> che gli altri ci impongono.   E' possibile vivere secondo il nostro <<contenuto>> a dispetto della "mediocrazia", che ci spinge a vivere secondo la <<forma>>, cominciando con il credere a quello che vediamo e non a quello che ci dicono di credere, ad usare la <<forma>> per rendere materiale il <<contenuto>>, a difendere quello che sappiamo essere giusto, anche con il rischio di perdere persone alle quali siamo legati per abitudine o parentela. Il problema sta proprio nella paura di tutto questo, di essere giudicati

Luigi Pirandello. I momenti fondamentali della concezione pirandelliana della vita e lo svolgimento dell'arte di Pirandello

LUIGI PIRANDELLO I momenti fondamentali della concezione pirandelliana della vita e lo svolgimento dell'arte di Pirandello Luigi Pirandello L'attività più intensa del Pirandello si svolse in un momento particolarmente tormentato della nostra storia e cioè nel trentennio che va dal 1900 al 1930. Sono gli anni in cui si prepara la prima guerra mondiale. Fu un periodo confuso non soltanto sotto l'aspetto politico e sociale, ma anche in quello letterario. Già negli ultimi decenni dell'Ottocento, nella letteratura e particolarmente nel teatro, si cominciò ad avvertire un senso di stanchezza e di amara delusione, che rispecchiava la società borghhese post-risorgimentale. Al positivismo, che aveva esaltato l'intelletto umano come capace di costruire un nuovo mondo di felicità sociale e di grande progresso, subentra il decadentismo con la sua ansia metafisica, col gusto dell'ignoto e dell'inconscio, con le sue incertezze e le sue contraddizioni. In

I padroni del prossimo

"La nostra vera personalità, il nostro <<volto>> rimangono soffocati sul nascere da una <<maschera>> che gli altri e impongono dall'esterno e in base alla quale noi viviamo; la società ci coarta con i suoi pregiudizi e le sue consuetudini, che finiscono per inaridire lo slancio vitale o per fare di noi personalità schematizzate, senza volto".   Fortunatamente chi ci obbliga ad indossare maschere, chi agisce nel contesto in cui viviamo condizionando la nostra esistenza e le nostre scelte; è fatto solo di carne, sangue e quella dose di energia sufficiente alla durata dell'esistenza terrena:  materia che invecchia e muore. Perseverando nel vivere il presente in modo positivo, diventiamo liberi da coloro che (non si capisce in base a che cosa), si sentono padroni della nostra vita.  Madame Vrath http://filosofiealternative.blogspot.it/ http://riflessionidamadamevrath.blogspot.it/ http://madamevrath.blogspot.it/ http://angel

La pioggia nel pineto

GABRIELE  D'ANNUNZIO La pioggia nel pineto Nella Pioggia nel Pineto l'elemento musicale predomina su tutti gli altri, nel senso che le proposizioni verbali e le immagini visive, olfattive, tattili, si riportano all'instabilità e al brivido della lor musica più che al loro significato e contorno preciso: e la stessa Ermione sempre presente, alla quale il poeta si rivolge e che diffonde la sua femminilità in tutto il suo pesaggio sonoro di questa pioggia, e qui tramutata, in un accordo fondamentale che intona tutta la musicale fantasia. Le parole, tendono dunque alla pura grazia della trama fonica, atta a suggerire la dolcezza d'immaginare una pioggia che bagna il viso, le mani, le vesti di donna bella, e amata, nel fresco di una pineta, al tempo dell'estate. Perché l'estate, la grande estate, è la premessa di questa pioggia e ne crea il desiderio.  L'ispirazione, desiderio di freschezza, nasce in una specie di sete e d'arsura che il poeta

La sera Fiesolana.

GABRIELE  D'ANNUNZIO La sera fiesolana La sera fiesolana merita di essere tutta esaminata, perché è il tipo di quelle liriche del terzo libro delle Laudi, che si scindono in più altre, ciascuna bella per sé, e tenute insieme da un lievissimo legame esteriore oltre, s'intende, il titolo.  Fresche le mie parole ne la sera ti sien come il fruscìo che fan le foglie del gelso nella man di chi le coglie silenzioso e ancor s'attarda a l'opra lenta su l'alta scala che s'annera contro il fusto che s'inargenta  con le sue rame spoglie mentre la luna è prossima alle soglie cerule e par che innanzi a sé distenda un velo ove il nostro sogno si giace  e par che la campagna già si senta da lei sommersa nel notturno gelo e da lei beva la sperata pace senza vederla.  Laudata sii pel tuo viso di perla,  o Sera, e pé tuoi grandi umidi occhi ove si tace l'acqua del cielo! Si vede subito che la bellezza delle parole, simile
GABRIELE  D'ANNUNZIO LA <<MORALE EROICA>> DEL SUPERUOMO E I SUOI RIFLESSI NELLA CULTURA E NELLA SOCIETA' DEL PRIMO NOVECENTO Nel vasto movimento di reazione contro il positivismo e di polemica contro la società borghese che anima tutto il Decadentismo apparve particolarmente suggestivo e appassionante il pensiero di Nietzsche (1844-1900). Tale pensiero, divenne una componente riconoscibile in molte maanifestazioni della cultura e della società del primo Novecento. Nietzsche apre, uno dei varchi del grande filone irrazionalistico ed esistenziale. Polemizzando aspramente contro il facile ottimismo della scienza e del progresso, e soprattutto contro lo spirito <<filisteo>> della società nelle sue varie manifestazioni etiche, politiche, sociali, contro la democrazia del gregge la religione della rinuncia, lo statalismo livellatore, la morale dei pregiudizi, egli si fa banditore di una nuova morale, che affermi i valori della vita dell'uomo
GABRIELE  D'ANNUNZIO IL NUOVO <<EROE>> DECADENTE, RAFFINATO E ARISTOCRATICO, TROVA LA SUA CITTADINANZA NELLE PRINCIPALI LETTERATURE EUROPEE Dorian Gray Andrea Sperelli  La letteratura tra artista e società, che si verifica sul finire dell'Ottocentto, determina in letteratura <<uno spostamento di interessi dal terreno storico-sociale allo psicologico individuale>>. Si tratta di una fuga dalla storia che assume tuttavia atteggiamenti diversi: c'è la tendenza a chiudersi in solitudine, in uno scavo interiore sempre più sottile e penetrante, non c'è anche l'idoleggiamento di un mondo raffinata bellezza in contrapposizione alla grigia realtà quotidiana. Sarà questo secondo atteggiamento a prevalere sul finire dell'Ottocento. Dopo che il positivismo aveva ridotto l'uomo <<a impossibile e neutro registratore di eventi, succube del reale e dell'esistente... l'estetismo vuol essere la polemica ripr

Gabriele D'Annunzio, Nella prosa notturna la critica più recente scorge un D'Annunzio diverso e più sincero

GABRIELE D'ANNUNZIO NELLA PROSA NOTTURNA LA CRITICA PIù RECENTE SCORGE UN D'ANNUNZIO DIVERSO E PIù SINCERO Per molti anni l'orientamento della critica nei riguardi dell'opera e della personalità del d'Annunzio è rimasto fedele al saggio che il Croce scrisse a tale proposiito fin dal 1903. Il Croce innanzi tutto fece una netta distinzione tra la vera personalità dannunziana e quelle false che il poeta stesso e gli altri gli imposero il falso buono, il falso eroe, il falso mistico, il falso profeta ecc. La personalitàvera resta quella di un sensuale, anzi di un <<dilettante di sensazioni>> privo di <<umanità>> e di una qualsiasi carica ideale. Il Gargiulo confessava sostanzialmente la tesi crociana, definendo il D'Annunzio un poeta <<privo di interiorità>>, ma grande <<lirico paesista>>. Il Flora riduceva il motivo della sensualità alla <<presenza dell'animalità o bestialità>>: tutti

La trattatistica barocco - moderata

Critica e trattatistica del barocco La trattatistica barocco - moderata San Matteo e l'angelo. Caravaggio Con la disputa intonro all'Adone si conclude la stagione delle grandi polemiche che, hanno scandito la storia del gusto italiano tra secondo Cinquecento e primo Seicento.  A metà secolo gli episodi più importanti della storia della critica italiana vanno cercati nella trattatistica sul concettismo. Si tratta di una fase di ripensamentto, e per certi rispetti anche di ristagno, dopo i grandi entusiasmi e le grandi proteste di fronte alla nascita del nuovo stile, per cui l'ansia di novità della cultura secentesca si volge in una direzione differente: l'attenzione si concentra sul perfezionamento delle regole retoriche, sull'aggiornamento dell'estetica, con l'orgoglio barocco nell'affrontare temi non sistematicamente affrontati dagli antichi ma anche con la preoccupazione moderata di evitare attraverso na regolamentazione i difetti d

Da: La trattatistica barocco - moderata

Critica e trattatistica del barocco La trattatistica barocco - moderata Cristoforo Colombo Tommaso Stigliani Tra i più tenaci <<combattenti>> dell'antimarinismo, Stigliani persegue gli ideali classici di misura, eleganza e compostezza stilistica. Esordisce nel 1600 con il poemetto pastorale Il Polifemo che contiene evidenti echi ovidiani e sannazariani. Nel 1627 con il libello dell'Occhiale, Stigliani dà avvio all'aspra polemica sull'Adone mariniano. Lo scrittore mette in luce la povertà tematica e lo stile <<poetastrico>> dell'odiata opera, contrapponendo il rigore classicista alle bizarrie barocche. Nel Canzoniere (1605-1623) auspica il ritorno al petrarchismo. Eppure nella sua scritttura rientrano ancora gli artifici stilistici e le acutezze, proprie degli scrittori seicenteschi. In due riprese, nel 1617 e nel 1628, pubblica Il mondo nuovo, in cui il viaggio di Colombo è narrato sotto il duplice aspetto dell'im